Dalle Marche un Verdicchio “vibrante”

la-vida-come-la-vida-stanislao_articolo1Quanto scotta so’ sole st’anno ‘na caldarola d’acqua davanti all’ara se scalda n’te nattimo adesso ce lamentano vedrai st’inverno quanno tira quella boriana che sgappi pare che te brucia le recchie. Quante ‘olte diremo: “quanno arriverà l’estade non se ne po’ più de so freddo La vida è come la vida quanno c’è el sole vorresti che pioesse quanno è freddo vorresti el caldo. Quello che accapisce n’anno fa dicea che co’ l’uva mezza ‘muffida se podea fa el vì bono. St’anno che l’uva è bella e bona muntobè sempre segondo quello che accapisce sulla televisiò, che pò manco fa el contadì, pare che se stenta a fa el vì bono. Ciò l’impressione che pure pè fa el vì c’è de mezzo la politiga e le chiacchiere rosso verde o biango signori miei, el vì se fa giù pel campo.

Ci troviamo in provincia di Ancona, esattamente a Cupramontana, un paese di poche migliaia di anime che è considerato la patria del Verdicchio. Qui, in Contrada San Michele, quattro giovani soci – Roberto Alfieri, Giovanni Loberto, Agostino Pisani e Antonella Traspadini – hanno fondato nel 2012 la “Cà Liptra” con l’intento di creare prodotti capaci di coniugare il piacere delle cose fatte artigianalmente con una certa vena innovativa. Quest’ultima fa ai soci da stimolo per creare vini e prodotti alimentari sempre unici. In altre parole Cà Liptra è un vero e proprio laboratorio di emozioni, innovative e tendenti all’eccellenza. La superfice totale è di 4,5 Ha, di cui 2 Ha di la-vida-come-la-vida-stanislao_articolo2vigneto suddiviso in 3 particelle con altitudini, esposizioni e suoli differenti. I vigneti hanno un’età media di 40 anni. La filosofia è quella di trasmettere le antiche tradizioni contadine in uso in questa zona delle Marche, fondendo le con una forte propensione verso la sperimentazione.
Nascono così vini che hanno forti connotati con il territorio, come giusto che sia, nel pieno rispetto di madre natura che ne detta le annate e ne scrive la storia. Il risultato di questi sforzi non è mai scontato ed eccoci quì a raccontare l’incanto del Verdicchio Kypra 2014, vino di categoria superiore, affinato un anno, al naso su tutto prevalgono le erbe officinali, mentre pietra focaia, lievi sfumature affumicate, che ricordano la torba, fanno qualche comparsata a bicchiere fermo. Notevole l’equilibrio e la spinta acida, quasi poderosa, agrumato e sapido. Se dovessi definire il Kypra avendo a disposizione un solo aggettivo direi che è vibrante, al contempo insolito nella sua unicità, che lo rende paradigmatico ed eccezionale nel panorama di Cupramontana. Inevitabile l’abbinamento con il pesce data la vicinanza al mare Adriatico, riesce inoltre a frequentare un’ampia serie di materie prime e di ricette. Ingredienti come i grassi animali o vegetali consumano parte della sensazione salina, salmastra e amara, lasciando alla fibra la possibilità di cercare l’essenza del piatto. Provatelo con un baccalà mantecato… poi ne riparliamo!