Anno di grazia milleduecentrentanove, XIII secolo, mese di maggio, sabato diciotto. Il monastero di Alcobaça era in fermento: quel giorno sarebbe finalmente arrivato in visita Martino Rodrigues, il potente vescovo di Oporto, che, da tempo, faceva pressione su papa Gregorio IX affinché si adoperasse per sostituire il re del Portogallo, Sancho II, con il fratello Alfonso. Le centinaia di monaci avevano smesso di fare gli amanuensi e si erano impegnati a tirare a lustro ogni più piccolo anfratto dell’immenso monastero. Il superiore aveva controllato personalmente la qualità della pulizia, punendo quelli che non avevano svolto le loro mansioni con sacro furore. Ma chi era ancora più in ambasce era Ramiro Fuentes, il monaco responsabile della cucina. Sapeva che il vescovo era ghiotto di selvaggina allo spiedo per cui, per un paio di giorni, aveva fatto smettere i lavori dei campi alle miriadi di contadini che provvedevano alle necessità alimentari dei religiosi e li aveva mandati a caccia nei boschi che erano una caratteristica del Portogallo centrale. C’erano lepri, cinghiali, beccacce a perdita d’occhio nella cucina il giorno avanti. Ramiro si era fatto dare dal superiore una decina di monaci in più della normale brigata perché scuoiare, spennare e squartare era un lavoraccio e non voleva arrivare tardi al momento di accendere il fuoco sotto al grande camino. Eh, il camino era un’opera d’arte; immenso, piastrellato, altissimo, fino a raggiungere il secondo piano del monastero in una sala che arrivava direttamente al soffitto. Le fiamme avevano bruciato fin dall’alba e sul fare del mezzogiorno lo spettacolo della carne rosolata e cotta a puntino era meraviglioso. Quando il vescovo si fu accomodato nel posto d’onore del refettorio, Ramiro Fuentes partì dalla cucina con un vassoio di pernici che sapeva essere l’arrosto preferito da Martino Rodrigues. I costruttori del monastero, al fine di scoraggiare i monaci a non indulgere del peccato della gola, aveva fatto una porta stretta, trenta centimetri, tra il refettorio e la cucina. Per questo pertugio tentò di passare Ramiro col vassoio, attendendosi le lodi per il suo lavoro ma nello sforzo di passare, il carico si rovesciò e tutte le pernici finirono per terra. Se le mangiarono i monaci, lontano dagli occhi del vescovo. Ramiro non mise mai più piede in cucina.