Ingredienti per 3 persone:
12 g castraure (varietà unica di carciofini dell’ isola veneziana di S.Erasmo); 150 g di melone sardo (di ferro *); 12 scampi; 12 fettine di lardo aromatizzato del basso vicentino; 2 g di menta; olio extravergine di oliva del Garda; succo di un limone; sale, pepe q.b.

Pulite i carciofi eliminando le foglie più dure e tagliateli finemente, immergeteli in acqua acidulata, poi scolateli e asciugateli molto bene. Formate con uno scavino piccolo delle palline con il melone e, insieme ai carciofi, unitelo a menta, olio, sale e pepe. Sgusciate gli scampi e cuoceteli velocemente in padella con olio, salare e pepare; mentre sono ancora caldi, avvolgeteli nelle fettine sottili di lardo, ricavate con l’affettatrice Anniversario Sirman che aderiranno al contatto, quasi sciogliendosi. Adagiate nel piatto l’insalatina di carciofi, il melone e gli scampi, completate con foglioline di menta e olio extravergine di oliva del Garda a crudo.

* Nota: Varietà di melone coltivato in Sardegna che raccolto a fine estate si conserva appeso nei solai o cantine fresche sino ai primi mesi dell’ inverno, da qui il nome “melone di ferro”, dolcissimo, sodo e dal retrogusto di cetriolo.

Nelle mie ricette mi attengo sempre a prodotti tipici del territorio veneto per convinzione e al fine di valorizzarli, in questa ricetta ho inserito un prodotto, il melone di ferro sardo non a caso. Questo tipo di melone, originario spagnolo, è approdato in Sardegna quando parte di essa, la parte nord settentrionale (zona di Alghero), era sotto l’egemonia dei catalani. L’economia della Sardegna è sempre stata, causa il suo territorio, imperniata sulla pastorizia e l’artigianato. Nel periodo storico italiano del Fascio, Mussolini bonificò l’intera area del campidanese, unico grande territorio pianeggiante e inviò intere famiglie contadine venete e friulane ad insegnare loro le nuove metodiche agricole al fine di incrementare i prodotti locali e l’ agricoltura stessa. Il clima, il terreno e le tecniche di colture dei contadini originari delle Venezie diede luogo a questo prodotto particolare, se non unico, che è possibile assaporare solo in loco anche a distanza di mesi dalla sua raccolta.

Stefano Pepe