Come aveva fatto a fare una stupidaggine del genere?
Tutto era cominciato a mattinata inoltrata, quando si era affacciato al pianerottolo per controllare se fosse arrivato il pacco promesso dal negozio on line. Un colpo di vento gli aveva sbattuto l’uscio alle spalle; come aveva sentito il colpo, si era reso conto che non c’era niente da fare perché quella struttura blindata l’aveva voluta lui per difendersi dai ladri che operavano nella zona. E che le chiavi erano rimaste dentro.
Premette con i palmi delle mani per vedere se, per caso, la fortuna gli fosse stata benevola. E quella mattina là le irritanti scocciature erano state più di una.
Era in tuta, con le ciabatte, senza un soldo, senza un documento e senza telefono. Divenne furioso e se la prese con tutti i condomini che non avevano voluto un portinaio; ci fosse stato, gli avrebbe sicuramente lasciato una copia delle sue chiavi.
Che fare?
Scese le scale, tanto nessuno poteva far niente per lui. Arrivato al portoncino verso l’esterno rimase dubbioso. Fuori pioveva con una costanza maligna, da penetrare nelle ossa. Come avrebbe fatto a rientrare? E che importanza aveva? Tanto dentro casa non poteva tornare.
Decise che avrebbe cercato un fabbro. A piedi? Con le ciabatte? A Milano? Poteva fare chilometri senza imbattersi in un artigiano. Percorse un po’ di strada e cominciò ad avere freddo; novembre stava volgendo all’inverno.
Entrò in un bar, affollato; si rintanò in un angolo per riscaldarsi. Il barista non lo curava preso com’era nel servire i clienti. Pensò che l’unica soluzione fosse chiedere a uno qualsiasi di cercare un fabbro col cellulare, fargli una telefonata e dargli l’indirizzo dove lui l’avrebbe atteso. Ma era complicato: lì i clienti erano mordi e fuggi e poi gli scocciava fare la figura dello sprovveduto. Voleva punirsi in modo che lezione gli restasse bene nella mente. Due avventori vicino a lui si erano alzati; avevano lasciato una parte degli stuzzichini; tra questi spiccava una ciotolina con delle olive grosse, carnose. Fu una decisione lampo: ne prese una e se la mise in bocca proprio quando incrociò lo sguardo con quello del barista. Gustò lentamente il boccone, sputò l’osso nella mano raccolta a pugno.
Lo depose nella tasca della tuta umida.
Non osava alzare gli occhi; quando lo fece, l’uomo dal banco gli fece il gesto come a dire “andare!”.
Tornò al condominio e per sedersi sulla soglia. Prima o poi qualcuno si sarebbe interessato a lui.
Il salto è piccolo
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