Il limone è una pianta di varie dimensioni, con rami provvisti di spine, foglie ellittiche acuminate a contorno crenato, fiori con petali profumatissimi, colorati in violaceo all’esterno e bianco candido all’interno. Il frutto può essere sferico, ovale, ellittico, claviforme, umbonato; la buccia più o meno spessa, di colore giallo limone a maturazione, presenta 6-13 spicchi con polpa, acida o dolce, di colore giallo o giallo verdastro, succosa. La pianta, sensibile al freddo, esige clima mite e semiarido, con piogge scarse e bassa umidità durante il periodo dell’allegamento. La fioritura e la maturazione del frutto hanno luogo durante tutto l’anno, anche se la massima fioritura avviene in primavera.

Il limone, genere Citrus, appartiene alla famiglia delle Rutacee. La sua collocazione sistematica appare piuttosto complessa: è stato catalogato come: Citrus limon Burm.; Citrus medica, var. limon L.; Citrus limonum Risso; Citrus medica, var. limonum Hoock; Citrus limonia Osbeck. Tuttavia recenti analisi genetiche dimostrerebbero l’esistenza di 3 sole specie di Citrus: C. maxima (pomelo), C. medica (cedro) e C. reticolata (mandarino). Secondo alcuni autori il limone sarebbe un ibrido naturale tra cedro (Citrus medica) e lime o limetta (Citrus aurantifolia).

Essendo una pianta rifiorente, sul limone si trovano contemporaneamente fiori e frutti in diversi stadi di sviluppo. I frutti, corrispondenti alle diverse fioriture, presentano morfologie diverse (vedi Tabella 1); possono inoltre originarsi prodotti intermedi, quali la marzanella (intermedio tra marzano e limone), lo jancuzzato (intermedio tra limone e bianchetto), ecc.

La produzione italiana di limoni è costituita principalmente dai frutti che giungono a maturazione in aprile-maggio. Le principali cultivar italiane sono: Interdonato (o Limone speciale o Liscione) (limone x cedro); Eureka (introdotto dalla California); Femminello ovale comune o di Sorrento (Ruvittaru, Sorrentino); Femminello Santa Teresa; Femminello sfusato (di Favazzina, o di Siracusa, o di Amalfi); Arancino (Impalluggiato, o Cuccuzzaru, o Pappalardaru, o Bignetta, o Tunno); Lunario (Palermitano o delle quattro stagioni); Monachello. Vi sono poi numerosi ibridi, naturali e artificiali (limone-cedro; limonearancio; limone-lima; limone-mandarino). Meritano menzione alcune produzioni locali italiane con il riconoscimento comunitario di Indicazione Geografica Protetta: • limone costa d’Amalfi (comuni di Strani, Amalfi, Vietri sul Mare, Ravello, Positano, ecc.) • limone di Sorrento (Penisola sorrentina e Capri) • limone femminello del Gargano (tratto costiero e sub-costiero settentrionale dei comuni di Vico del Gargano, Ischitella e Rodi Garganico, Prov. Foggia)

Il valore nutrizionale

Il frutto del limone (esperidio) presenta interessanti componenti, variamente distribuite nelle diverse parti di cui è composto. La buccia esterna (flavedo) è ricca di pigmenti (principalmente xantofille e carotenoidi), glucosidi, vitamine ed oli essenziali; la parte spugnosa bianca sotto la buccia (albedo) è ricca di cellulosa, pectine, flavonoidi, vitamine e amminoacidi. Le membrane che dividono gli spicchi (segmenti) sono ricche di cellulosa, pectine, carboidrati, flavonoidi, vitamine e amminoacidi. Infine le vescicole interne agli spicchi e il succo sono ricchi di glucidi, acidi organici, pigmenti, vitamine, sali minerali e componenti aromatiche. Le pectine del limone sono, tra gli agrumi, quelle maggiormente in grado di formare gelatine in presenza di zuccheri ed acidi. Cento grammi di succo di limone, contenendo pochi zuccheri e pochissime proteine, presentano un apporto calorico del tutto trascurabile (vedi Tabelle 2 e 3), ma la composizione è assai interessante. Sono presenti:

• zuccheri solubili (glucosio, fruttosio e saccarosio, con una netta prevalenza degli zuccheri riducenti glucosio e fruttosio, presenti in eguale quantità)

• acidi organici, tra cui il più abbondante è l’acido citrico

• limonoidi (composti a struttura triterpenica contenenti un anello furanico), il più noto dei quali è la limonina

• composti organici volatili, responsabili del caratteristico odore, rappresentati principalmente da idrocarburi mono e sesquiterpenici (limonene, canfene, ecc.) e dai loro derivati ossigenati (aldeidi, alcoli, esteri ed ossidi)

• tra le vitamine predomina la vitamina C

• tra i sali minerali particolarmente rappresentato il potassio.

La VITAMINA C svolge numerose ed importanti funzioni: interviene nella sintesi del collagene, molecola responsabile della compattezza cutanea e sostanza cementante degli endoteli dei capillari; avendo la capacità di ossidarsi e ridursi, è antiossidante, in sinergia con la vitamina E; interviene nelle reazioni di conversione dell’acido folico in folinico, nel trasferimento del ferro dalla transferrina plasmatica alla ferritina tissutale; nell’assorbimento intestinale del ferro; nella deposizione di tessuto osteoide e di dentina; nei processi antinfettivi, attenuando la sintomatologia per aumentata produzione di anticorpi. La carenza di vitamina C provoca, come è noto, lo scorbuto, che si rende evidente dopo circa 4 mesi di apporto deficitario ed è caratterizzato da iniziale dimagrimento, debolezza, dolori agli arti inferiori. In seguito compaiono emorragie cutanee lievi (petecchie); emorragie importanti agli arti inferiori; tumefazione delle gengive, con caduta dei denti e necrosi; grave anemia. Fu proprio la casuale scoperta che il succo di limone curava lo scorbuto a consentire l’inizio della commercializzazione internazionale dei limoni nel XV secolo verso l’Europa del Nord.

Nel limone sono presenti vari acidi organici (citrico, malico, tartarico). Il più abbondante è l’ACIDO CITRICO, cui si devono l’acidità del frutto ed alcune sue note aromatiche. È fondamentale nella preparazione di confetture e marmellate, poiché aumenta la compattezza dei geli e diminuisce la comparsa di imbrunimenti provocati da reazioni enzimatiche. Grazie alle sue funzioni acidificanti e conservative, è utilizzato come additivo alimentare (E330). Nel nostro organismo è componente della principale via metabolica deputata alla produzione di energia, il ciclo di Krebs. Favorisce l’assorbimento intestinale di ferro ed insieme ad altri acidi organici contribuisce al controllo dell’acidità tissutale, giocando un ruolo nel controllo del pH urinario e nella prevenzione di processi infiammatori a carico di vescica e prostata.

La LIMONINA è dislocata prevalentemente nell’albedo, in misura minore nel seme e nelle membrane esterne ai sacchi. Nel limone sono presenti l’α-lattone dell’acido limonoico, che viene trasformato enzimaticamente in limonina ed è responsabile della percezione del sapore amaro, ed un glucoside della limonina, che viene poi metabolizzato nel nostro organismo a glucosio e limonina. Sulla limonina si stanno concentrando numerose ricerche: si è constatato che il composto è rapidamente biodisponibile; è persistente; sembra in grado di ostacolare la comparsa di alcune forme tumorali (a carico di bocca, pelle, polmone, stomaco e colon) ed avere un effetto potenzialmente ipocolesterolemizzante. Nel limone è presente anche un altro glucoside, il flavanone esperidina, dotato di spiccata attività anti-ossidante. Durante l’estrazione del succo si verifica la liberazione degli oli essenziali contenuti nella buccia, composti al 90% da LIMONENE nella forma destrogira (terpene ciclico, ovvero idrocarburo non saturo della serie del cicloesano). Oltre al limonene, sono presenti fellantrene, canfene, pinene, citrale, ecc. Il POTASSIO è il minerale più abbondante del succo di limone; nell’organismo umano è presente quasi esclusivamente in forma ionica (K+); predomina nell’interno delle cellule, con funzioni connesse all’equilibrio acido-base, la pressione osmotica e la ritenzione idrica. È inoltre componente dei liquidi extracellulari, ove influenza l’attività muscolare e la contrattilità del miocardio. Un buon consumo di potassio ha, come noto, effetti ipotensivi; sembra indicato anche nella calcolosi renale ossalica, per la quale tuttavia sono sconsigliate alte quantità di vitamina C (poiché, una volta metabolizzata, essa si trasforma in ossalato). Un eccessivo consumo di limone è pertanto controindicato nei soggetti affetti da litiasi ossalica. Il limone possiede pertanto preziose caratteristiche nutrizionali (ascrivibili sostanzialmente alla ricchezza in vitamina C, acido citrico, potassio e limonina): è antiossidante, antianemico, disinfettante, alcalinizzante, ipocolesterolemizzante. Meritano menzione, ma anche necessità di ulteriori approfondite conferme, l’attività lipolitica (ovvero la possibilità di favorire l’ossidazione dei grassi e consentire il controllo del peso corporeo ed il miglioramento delle prestazioni sportive) e l’effetto ipoglicemizzante (quando il consumo avviene all’inizio di un pasto). La classica proscrizione per i soggetti affetti da processi infiammatori a carico della mucosa gastrica e da stipsi atonica trova validità solo allorquando l’assunzione del succo di limone sia piuttosto elevata.