L’amore per il cibo, l’alimentazione sana, le ricette imperdibili, i programmi televisivi, le fotografie artistiche di crostate e spaghetti con il ragù hanno contagiato anche il mondo del disegno e del design grafico. Basta lanciare uno sguardo veloce alle icone gastronomiche di WhatsApp, e a quanto si sono moltiplicate negli anni. Sono disegnate con accuratezza, accattivanti e multietniche, usufruibili dalla colazione all’ammazzacaffè e forse anche per qualche spuntino notturno. Nel design di siti web invece si è reso necessario ampliare le rappresentazioni grafiche del cibo creando icone estremamente semplificate, spesso monocromatiche, stilizzate per essere riconosciute con chiarezza dall’utente. La genesi di queste è abbastanza semplice: si prende un’immagine della pietanza o dell’alimento interessato e la si ridisegna con software adatti cercando di enfatizzare le linee principali che lo compongono. Con una ricerca veloce nel web se ne trovano migliaia, più o meno accurate; ovviamente la maggior parte è a pagamento, un segnale indicativo della fortuna dell’argomento. Molti artisti invece hanno ripreso gli acquerelli e per dipingere soggetti gastronomici: i disegni sono molto belli, spaziano dai singoli alimenti a torte, portate varie, the con i biscotti. Sono disegni che si utilizzano per stampare menu, tessili come tovaglie, tovaglioli, adesivi, carta da regalo, ma sempre più spesso si trovano nelle riviste, anche non necessariamente di settore. Un disegno fatto a mano conferisce più calore. Ma è la street art, il regno della creatività più frizzante, negli ultimi anni a regalare immagini originali, fantasiose e belle. Alcuni street artists sono delle vere celebrità, realizzano le loro opere in ogni parte del mondo, Olek, polacca, ricopre superfici con l’uncinetto, Julian Beever, un “madonnaro” contemporaneo realizza dei magnifici disegni con effetti tridimensionali molto accentuati. A Zurigo ha realizzato lo spicchio di una pizza. Molti i temi sociali, molti politici, la guerra, il disagio, l’esclusione dell’emarginato, come le opere di Banksy, artista anonimo di grande impatto la cui unica opera italiana è la “Madonna con la pistola” a Napoli. Molte opere sono allegre, invitanti piene di colori. Invader, artista quasi anonimo parigino ha tappezzato prima la sua città, poi il resto della Francia e infine il mondo intero con i personaggi del giochetto anni ’80 “Space Invaders”. Si tratta di piccoli alieni realizzati con mattonelle quadrate che richiamano i pixel sgranati del gioco. Si possono trovare attaccati agli edifici ad almeno tre metri di altezza; sono coloratissimi e simpatici, tanto che online sono disponibili delle mappe per poterli localizzare in ogni città. Camminando per le vie parigine basta guardare verso l’alto con attenzione se ne possono individuare molti, e l’esperienza è così simpatica che è impossibile non cercarne altri. In Italia opera Cibo, al secolo Pier Paolo Spinazzè, artista veronese che ricopre svastiche, insulti razziali, con disegni: muffin, pizza, frutta, pomodri, salami… arte a kilometro zero.

Cristina Mocci