Giotto alla Picasso, oppure alla Michelangelo, o ancora in stile Giovan Battista Tiepolo. Sono solamente alcune delle “salse” in cui il pittore degli Scrovegni può essere “condito”. Infatti, insegnò a dipingere a tutti o quasi i maggiori artisti che gli succedettero. Dalla loro lunga lista ne abbiamo tratto soltanto alcuni. Fece anche alcuni errori…gastronomici (o chimici, se vogliamo), quando dipinse le aureole e gli elmi dei soldati in argento. Nessuno imitò questo suo esperimento in quanto ora le aureole e gli elmi appaiono neri. L’argento, infatti, già dopo pochi anni dalla dipintura divenne nero a causa dell’acido solfidrico presente nell’aria (era di origine naturale; ora ce n’è molto di più a causa dell’inquinamento dell’uso dei combustibili fossili.) Insomma, tutti sappiamo che l’argenteria può ossidarsi e che l’unico rimedio è l’olio di gomito, ma forse il pittore della cappella degli Scrovegni mangiava solo su piatti in terracotta. Tutto questo, però, nulla toglie alla sua abilità: i suoi affreschi padovani commissionategli da Enrico Scrovegni segnano un prima e un dopo nella storia della pittura occidentale, e da essi non è possibile prescindere se si vuol capire la storia dell’arte, magari andandoli a visitare…