Là dove la birra incontra il mosto d’uva

Non a caso è l’Italia che ha lanciato ed elaborato questo stile brassicolo che va ad ampliare ulteriormente il ventaglio della diversificazione nel mondo della birra. Molte aziende agricole produttrici di vino si trovano a dover eliminare parte del mosto d’uva utilizzato nella produzione ma non più utile alla fermentazione del vino. Questa aliquota di mosto d’uva ha però ancora zuccheri che possono fermentare. Ecco così l’idea di utilizzarli tagliando la parte del cereale per la birra con parte di questo mosto d’uva. I risultati sono stati incoraggianti fin dall’inizio relativamente all’aspetto sensoriale della birra ottenuta, ma oggi si ottengono risultati sorprendenti, oltre le aspettative, creando prodotti in alternativa sia alle “birre barley wine” (sempre scure) che alle “birre spumante”. Molte, infatti, sono le aziende agricole produttrici di vino ma anche di birra che hanno inserito lo stile I.G.A. nella loro filiera produttiva delle varie birre, così come hanno iniziato ad inserire nelle loro produzioni cereali e luppoli, in parte o completamente autoctoni.


Il Birrificio Agricolo Gjulia di San Pietro al Natisone (UD) facente capo all’azienda agricola Alturis, addirittura, ha sviluppato una gamma di ben tre birre in stile I.G.A. oltre alla propria produzione classica di birre. Un esempio notevole per tre birre che presentano caratteristiche peculiari assai differenti, nello stesso stile! Le tre birre sono la “Ribò”, la “Grecale” e la “Kristall Cuvée”.
La prima referenza è la birra “Ribò”, bionda di alta fermentazione non filtrata e non pastorizzata prodotta con mosto d’uva “ribolla gialla”, malto d’orzo autoctono e luppoli di fascia climatica del centro Europa. “Ribò” presenta una buona tenuta di schiuma iniziale, seguita da una più modesta, ma sostenuta da un notevole perlage. Olfattivamente presenta un sentore fresco e floreale ma non di luppolo, bensì in prevalenza di uva e vino. Al gusto propone indubbiamente la percezione della “ribolla gialla” ed al retrogusto lascia la secchezza dal vino. Resta comunque una birra, fresca e ben bevibile, dissetante e non dolce da servire a circa 8°C. “Ribò” ha un grado alcoolico di 6,5°vol. non percettibile grazie anche al suo corpo molto basso.
Seconda è la birra “Grecale”, bionda leggermente dorata di alta fermentazione non filtrata e non pastorizzata prodotta con mosto d’uva pregiata “Picolit”, malto d’orzo autoctono e mix di luppoli del centro Europa ed aromatici d’oltreoceano. “Grecale” presenta una buona tenuta di schiuma protratta da un sostenuto perlage ed una buona aderenza. Olfattivamente presenta un sentore ricollegabile per aromaticità floreale ed erbaceo alla complessità del “Picolit”, così come viene riproposto al gusto. Una evidenza viene riproposta al retrogusto, non immediato, di biscotti dolci con anice, forse dovuta alla aromaticità dei luppoli in contrapposizione al “Picolit”.


Di corpo elevato vanno considerati i 10°vol. alcoolici che la portano ad essere una birra per particolare occasione e soprattutto destinata alla meditazione o ad un abbinamento mirato e senza incertezze! Da servire a 10°C ma comunque fresca, non fredda.
Terza è la birra “Kristall cuvée”, birra per la quale è necessario aprire una parentesi prima di andare a decifrare l’aspetto organolettico. Ci troviamo all’interno di due stili particolari, non solo come I.G.A. ma anche come kristall weiss, ovvero una weizen limpida! Quindi con malto d’orzo e frumento ma limpida ottenuta dopo almeno 60 giorni di affinamento sui lieviti (metodo Charmat) e con aggiunta del mosto d’uva “Sauvignon” e di luppoli del centro Europa in poca quantità. Ecco che il risultato è una sorpresa. “Kristall cuvée” presenta una schiuma elevata come le weiss in genere ma con una tenuta maggiore dovuta ad un finissimo e sostenuto perlage ed una buona aderenza.
Olfattivamente risulta subito fresca di fiori di sambuco, pesca bianca ma anche uva bianca secca. Al gusto si presenta molto fruttata d’uva e frizzante da bere a piccoli sorsi ma non secca come era all’olfatto. Di corpo modesto, copre bene i suoi gradi alcooloci (6,5° vol.). Resta sempre al retrogusto un bouquet di uva dolce e di fiori di sambuco mai invadente. “Kristall cuvée” va servita non fredda ma fresca intorno ai 10° C.
Indubbiamente tre prodotti degni di nota per diversificazione all’interno dello stile I.G.A. Ricordiamo che tutte vengono consigliate servite in calice e che vanno conservate al riparo dal calore e dalla luce quando non prossime al consumo. Non ultimo, le bottiglie riportano i valori nutrizionali del prodotto.