Quando ancora la pittura di nature morte deve affacciarsi nel panorama artistico come un genere autonomo, un artista friulano, Giovanni da Udine, dipinge una serie di festoni nella loggia di Amore e Psiche nella villa Farnesina a Roma creando involontariamente un antecedente per qualità, autonomia artistica, ricerca dettagliata e filologica. Il pittore diverrà celebre per la decorazione a grottesche, che declinate in maniera geniale già nelle logge Vaticane, dipingerà poi a palazzo Grimani a Venezia e nel castello di Spilimbergo dove dimostrerà invettiva e attenzione scientifica per la resa delle specie da ritrarre. Agostino Chigi potentissimo banchiere di origine senese, offre a Raffaello nel 1517 l’incarico di dipingere due logge della sua villa lungo il fiume Tevere. Il pittore, come sempre affiancato da abilissimi e specializzati artisti della sua bottega prepara dei cartoni e crea uno dei suoi tanti capolavori di arte, eleganza, e perché no, di capacità organizzativa da manager consumato. Ognuno dei suoi collaboratori è specializzato in una tecnica specifica, alcuni, come Giulio Romano spesso si sostituiscono al maestro nell’affrescare, altri sono celebri per alcune tipologie di rappresentazione. In questo modo il maestro può accettare molti incarichi e soprattutto può permettersi di procedere velocemente dedicandosi anche alle attività amatorie di cui è famoso! La loggia, che originariamente non era chiusa da vetri ma si affacciava direttamente nel giardino, è stata progettata come un luogo di continuità dall’interno della villa allo spazio della natura esterna. Così Giovanni da Udine ne delimita e definisce la volta con un festone continuo di foglie intrecciate da cui sbuca un numero immenso di frutti, fiori, animaletti; i festoni con i frutti dell’abbondanza si potevano trovare non solo nelle grotte della Domus Aurea di Nerone nelle quali Raffaello e compagnia si calavano, ma anche in fregi marmorei che gli artisti potevano studiare nelle collezioni romane. I festoni di villa Farnesina contengono più di 170 specie botaniche e 1.100 diversi elementi vegetali. Non sono facili da individuare perché la volta ha un’altezza di circa 8 metri, ma la resa pittorica molto plastica rende l’idea di una siepe opulenta e chiaroscurata. L’attenzione per la pittura naturalistica, tipica di Giovanni, viene incrementata da dettagli di fiori importati da pochi decenni dal Messico come il granturco, la zucchina, il fagiolo.
Per chi ha voglia di applicarsi visto che il tema degli affreschi è l’amore, tra i tralci d’uva, le composizioni con fiori e gli uccellini compaiono dei “giochi compositivi” tra le varie forme attinenti al tema sessuale del ciclo pittorico.