Pancetta coppata e fichi, entrambe rigorosamente made in Italy, il culmine del successo (inaspettato per la verità) della serata di conoscenza e degustazione di salumi veneti organizzata dalla neocostituita Wigwam Local Community Ville de Metz, amena e davvero bella cittadina della Lorena. Un abbinamento antico che in Italia si potrebbe presumere scontato, ma che almeno in questa località della Francia è stato accolto come una vera novità. La rivincita del mangiar povero sulla nouvelle cuisine? Il genuino sapore dei prodotti basici rispetto all’omologazione impasticcata del food industriale? Chissà. Di certo è che quando la ristorazione, anche elementare, come quella proposta da Caffè Paradiso, diventa anche educazione ai sapori tipici nonché alla loro variegata varianza e abbinamenti, il successo è assicurato. Perseverare, avere una cultura di base e molta pazienza: gli ingredienti indispensabili insieme alle componenti edibili. Sta in questo mix di fattori la storia del successo di questo piccolo locale posto di fronte al Conservatorio e a due passi dalla centrale Place Jeanne d’Arc che gli espertoni di business plan del corso obbligatorio per novelli ristoratori frequentato da Anita, avevano cassato come poco trendy e certamente destinato al fallimento. Invece, da una location storica, vituperata da una precedente gestione impostata sull’hard drink con soffitti e pareti in nero e viola, ne è stata recuperata una caffetteria con piccola ristorazione che anche da noi è raro trovarne. Un posto arredato con legni caldi e gusto, quadri alle pareti con le icone del mangiare e bere italiano; dove si somministrano prodotti rigorosamente coerenti e dove le mamme degli allievi della scuola di musica, gli insegnanti, le famiglie del quartiere e sempre di più anche della restante città sanno di poter trovare, oltre ad un’accoglienza cordiale e non frettolosa, anche un tramezzino o una piadina fatta come si deve. Ed ancora, dei tiramisù da leccarsi i baffi o una semplice densa e vera cioccolata calda, mica quella specie di sbroda marroncina, spacciata come tale ma fatta col ‘cacao in scatola’ che da quelle parti si paga pure cara. In ispecie per la sera, una discreta cantina di italici vini bianchi e rossi da sorseggiare con un assortimento di salumi, ma anche di formaggi. Brava Anita!