“Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina il tuo cibo” (Ippocrate 460-377 A.C)
Da tempi immemorabili salute e sana alimentazione sono state ritenute interdipendenti. Il carciofo è tra i vegetali edibili uno dei più ricchi di antiossidanti che, con la loro azione positiva, ritardano l’invecchiamento cellulare. Il carciofo è un prodotto estremamente ricco di fitochimici biologicamente attivi, lo conferma il Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti d’America, che nel 2004 ha identificato e classificato, in base al loro potere antiossidante, più di 100 cibi diversi collocando questo ortaggio entro i primi 20 alimenti con il più alto potere antiossidante per porzione. Ippocrate, padre della medicina visse 83 anni e, per l’aspettativa di vita dei suoi tempi, raggiungendo tale molto veneranda età, costituisce il miglior testimonial che la sana alimentazione rappresenti una delle principali ragioni di longevità. Nel mio ultimo viaggio in Grecia per l’apertura del primo punto Wigwam a Kos non solo ho potuto visitare i luoghi dove questo precursore delle scienze mediche moderne ha vissuto ed “esercitato” – il tempio dell’Asklipieion e, nel centro cittadino, il platano, tra i più antichi alberi d’Europa, che la leggenda dice abbia piantato personalmente lui e sotto al quale impartiva lezioni di medicina ai suoi allievi – ma anche che qui il carciofo cresce selvatico e dappertutto. Kos, insieme a Rodi, costituisce una delle due più importanti isole del Dodecaneso, un territorio che fu provincia italiana dal 1912 al 1943, periodo che ancora si legge nella bella architettura degli edifici del centro: il municipio, il palazzo di giustizia, il museo archeologico dell’architetto Rodolfo Petracco. Nel 2012, tale ricorrenza sarà ricordata con celebrazioni che metteranno in evidenza i legami storici tra popolo italiano e greco, tant’è che è invalso il detto “una faccia una razza”. Girando l’isola tra settembre ed ottobre, vedevo cespugli rinsecchiti di quelli che a prima vista parevano infiorescenze di cardo ma su steli altissimi. A Nikos, la mia guida, mi disse che erano carciofi selvatici, da queste parti pianta endemica e quando ancora verdi vera e propria ghiottoneria. Il modo più consueto per consumarli è lessarli, condirli con un po’ di sale e con l’ottimo olio extravergine di oliva locale e, facendo bene attenzione agli aculei, raspare coi denti la parte interna delle foglie. A Ippocrate certamente dovette piacere parecchio questo cibo gradevolmente amarognolo e straordinario elisir di lunga vita.
Efrem Tassinato