Piccola, dolce, rossa, tenera, amato frutto; perché l’editore mi ha dato così poco spazio per scrivere di te? Ho la testa confusa, da dove posso partire? Da Marostica, cittadina da favola della quale tu sei la regina oppure da Turi, sull’Altopiano delle Murge, dove parrebbe crescere la varietà più buona? Forse da Mastro Ciliegia, che donò a Geppetto quel pezzo di legno dal quale nacque l’ineguagliabile Pinocchio. Ma ho cuore e mente di viaggiatore e non posso scordare “Sakura”, la fioritura dei ciliegi in Giappone a primavera. Spettacolo indescrivibile che ispirò le parole di Pablo Neruda: Voglio fare con te quello che la primavera fa con i ciliegi. E i frutti non sono da meno, la varietà Aomori viene venduta a prezzi dell’ordine di migliaia di euro al chilo; prezzo che non so spiegare né mi sento di commentare. Caratteristica delle ciliegie è di essere in coppia e forse per questo nella mitologia greca simboleggiavano amore e fedeltà; infatti, la pianta del ciliegio era sacra a Venere dea dell’amore. Da bambino ho vissuto alcuni anni in campagna ed ho ricordi belli di bambine che si mettevano alle orecchie le ciliegie, una sorta di orecchini naturali. Ma anche di timori perché accadeva che un contadino geloso (a dire poco) dei suoi frutti sparasse con cartucce caricate a grani di sale a qualche ladruncolo dei suoi rossi frutti. E quanti modi di dire sulle ciliegie, invero un po’ datati: I baci sono come le ciliegie, una tira l’altra, oppure Ci sta come la ciliegia sulla torta. Mio papà, funzionario pubblico, a Natale riceveva in dono qualche cassetta di liquori, come si usava allora ed io ho nella mente e negli occhi la bottiglia di Cherry Brandy Stock con le due ciliegie di plastica complete di foglioline, fissate al collo. Quando veniva aperta mi impadronivo di quelle ciliegie ed ero felicissimo. Una volta le ciliegie entravano abbastanza nelle canzoni e per me la prima rimane “La collina dei ciliegi” del grande Lucio Battisti, un po’ meno impegnata direi “Un diadema di ciliegie” dei Ricchi e Poveri. Ma in chiusura di nota non posso dimenticare la presenza delle ciliegie sulla tavola, al naturale, in marmellata, sotto spirito o grappa, sulla torta o sul gelato. Nel Rumtopf, la “ricetta lunga un anno” le ciliegie sono irrinunciabili, lo sa bene mia moglie che è bravissima a farlo ed io posso testimoniare che dopo un pasto abbondante è una mano santa.