Da “Gambero Rosso” Luglio 2024:
“Vendemmia molto complicata al Centro Nord. Ma la soglia psicologica dei 45 milioni di ettolitri non sembra irraggiungibile. Non è certo un’annata ideale quella che stanno vivendo i viticoltori del centro-nord dell’Italia: maltempo frequente con grandinate, piogge abbondanti dalla primavera e in questa prima metà d’estate, costante diffusione di fitopatie, aumento dei costi di produzione per i continui interventi che le imprese vinicole stanno eseguendo nei vigneti (in particolare quelli a conduzione biologica), per tenere in piedi un 2024 che in molti non hanno esitato a definire «molto difficile».
Le stime sui volumi attesi a fine raccolta, a giudicare da quanto emerge nella seconda parte del sondaggio del settimanale “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso tra alcuni dei più importanti Consorzi di tutela dei vini Dop e Igp, sono molto altalenanti rispetto a quanto rilevato un anno fa, quando il quadro era più omogeneo.
In particolare, sono previste flessioni per Trentino, Gavi, Alto Adige e Franciacorta, stabilità per Barolo e Barbaresco, in ripresa le quantità per l’Istituto marchigiano tutela vini e per il Consorzio vini di Romagna, molta prudenza e contenimento dei volumi tra i big come Doc Prosecco e Doc delle Venezie, per i quali la 2024 sarà un’annata di consolidamento.
Altra faccia della medaglia di un’Italia divisa in due, l’area centro-settentrionale manterrà, quindi, un profilo basso sul fronte produttivo, considerando sia complicanze del clima e sia un mercato asfittico non solo sul fronte interno ma anche sull’export.
Da un punto di vista generale, come è ormai evidente secondo l’opinione di diverse associazioni di categoria, potrebbe essere l’occasione per rimettersi in equilibrio (anche se sarebbe meglio parlare di nuovo equilibrio) dopo un anno e mezzo di sofferenze per effetto sia della sovrapproduzione e sia della riduzione del potere d’acquisto delle famiglie che hanno tradito in parte la categoria.
Ora, l’occasione è buona, alla luce di giacenze di vino inferiori a un anno fa di oltre dieci punti percentuali (dati di Cantina Italia) e di prezzi di Dop e Igp che per tutta la campagna 2023/24, ormai in fase conclusiva, non sono decollati malgrado gli appena 38 milioni di ettolitri prodotti (dati Agea).
Andiamo quindi sui singoli territori a capire qual è la situazione tra i Consorzi delle imprese del vino made in 76 Affrontiamo la realtà con spirito di adattamento BEVUTI PER VOI di Giovanni Di Stanislao Direttore del Caffè Saffi di Senigallia (AN) Italy, che guardano con apprensione gli sviluppi dei prossimi mesi.
Barolo e Barbaresco verso una stabilità. Certamente, rispetto allo scorso anno, l’abbondanza di precipitazioni ha fatto dimenticare al Piemonte il problema della siccità che, invece, rappresenta la grande incognita per le imprese del Centro Sud come rilevato nella prima parte del sondaggio del Tre Bicchieri, dello scorso 18 luglio.
Quasi 690mila quintali di uve raccolte nel 2023, di cui 166mila di nebbiolo destinato a Barolo, per il Consorzio Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani che in questo 2024, allo stato attuale, prevede volumi «in linea con lo scorso anno».
Un inverno scarso di precipitazioni, anche nevose, e una primavera ricca di piogge hanno «scongiurato il pericolo siccità, ma dall’altro è stato indubbiamente un periodo, non ancora del tutto concluso, difficoltoso per la gestione del vigneto e il contenimento delle malattie fungine».
La presenza di peronospora e oidio è maggiore del 2023, specialmente sui vigneti bio «anche se non preoccupante».
Per le Dop tutelate dal Consorzio guidato da Sergio Germano, che sta registrando un generale rallentamento negli ordinativi a causa della congiuntura globale molto incerta, l’inizio della raccolta è previsto intorno al 10 settembre per i bianchi, poi a seguire dolcetto e barbera per arrivare attorno al 10 ottobre, data di inizio presunta per i nebbioli”.
In conclusione, se una simile situazione – con piogge record e fitopatie dilaganti al Centro-Nord e siccità al Centro-Sud – fosse capitata a parti invertite, l’Italia si sarebbe probabilmente ritrovata in una condizione drammatica come quella vissuta nel 2023, con appena 38 milioni di ettolitri di vino prodotti e intere regioni a bussare alle porte del Masaf per gli indennizzi da calamità.
A giudicare da quanto raccolto in questa seconda parte del sondaggio pre-vendemmiale del settimanale “Tre Bicchieri” del Gambero Rosso, il settore vitivinicolo nazionale sembra avere le risorse per gestire i rischi di quest’annata 2024, che potrebbe riportare – siccità al sud permettendo – l’Italia verso livelli intorno ai 45 milioni di ettolitri.
Il limite dei 50 mln – ormai è noto – è pericoloso per tanti motivi, primo tra tutti il rischio sovrapproduzione a fronte di consumi in stagnazione ed export non brillante. Anche alla luce di quanto sta accadendo in Francia, dove l’estirpazione è realtà, l’Italia non può certamente permetterselo.
Detto questo noi vogliamo restare ottimisti e sperare di contenere queste problematiche.
Io avevo una bottiglia di Barolo 2020 di Gianluca Colombo, prototipo dell’enologo Gambelliano moderno in Langa, un territorio fantastico cui può solo giovare la ventata di freschezza portata da un giovane così dinamico e preparato. Vini stratificati, solari, pieni di slancio.
Buona agricoltura, orto biodinamico, galline, pecore che brucano tra le vigne, desiderio irrefrenabile di ricerca e una stilistica classica volta alla ricerca più pura dell’espressione di un vitigno su un territorio, sono tutti gli elementi che profilano un ecosistema aziendale quantomai ricco e sfaccettato che ci sta regalando bottiglie eccezionali.
Il suo Barolo sta trovando il suo stile migliore passando da blend di uve da zone a Monforte d’Alba e la Morra, vinificazione in acciaio, cappello sommerso, maturazione in fusti da 700 lt, e barrique di 18 mesi, poi anfora in ceramica e vasche in cemento, dal 2017 maturazione in botte di rovere austriaca.
Qui siamo in evoluzione, che dire, sicuramente ben lontani dai grandi classici tradizionali di Barolo austeri che vedevano solo e per sempre le stesse botti da 800 lt, grandi Baroli che rispecchiano la tradizione a cui noi siamo profondamente legati.
Non so che dire, forse un po’ dovremmo rivederci e capire che tutto cambia in un mondo imprevedibile.
Oca e anatra con le loro carni tenaci, sono una grande tradizione della tavola e trovano un matrimonio perfetto con i Nebbioli Piemontesi