Il raviolo al granchio blu
Da minaccia a gustosa risorsa!
Il granchio blu “made in Italy” (nel senso che prolifera in maniera esponenziale nelle acque delle lagune venete creando gravi danni agli allevamenti di vongole e cozze) sotto forma di gustosissimo raviolo è una prelibatezza che va a ruba ad Hong Kong.
Al Giando Italian Restaurant & Bar, gestito dallo chef Giandomenico Caprioli, originario di Lavello (PT), è il piatto preferito dai cinesi che vivono nell’ex colonia britannica.
In questo ristorante, considerato l’ambasciata del food italiano, lo chef Caprioli. con orgoglio, tiene alto il testimonial della cultura gastronomica del Bel Paese.
Nel mondo della ristorazione, a suo modo, è un personaggio: allievo di Vissani, personal chef dell’avvocato Gianni Agnelli, esperienze importanti nel Regno Unito, Stati Uniti e Giappone.
Ed ora ad Hong Kong, dove conduce ben otto attività legate alla ristorazione e al cibo di qualità “made in Italy”.
Non ho fatto nulla di strepitoso – presa Giandomenico Caprioli – ho solo seguito il mio istinto, la passione per la buona tavola che mi è stata trasmessa dai genitori e nonni.
Di mio ho aggiunto la volontà di viaggiare, fare nuove esperienze, mettermi in gioco”.
Come è nata l’idea del raviolo al granchio blu?
“I ravioli, nelle loro varie espressioni culinarie – risponde lo chef – sono il cibo preferito dai cinesi.
Gli italiani sono primi al mondo nel produrre la pasta per cui è stato naturale pensare ad un raviolo ripieno con la polpa del “killer dei mari”.
Ho preso contatti con il pastificio dei fratelli Enrico ed Alberto Artusi di Padova imprenditori visionari della pasta fresca”.
Una scelta vincente, stando al successo del piatto.
Una grande soddisfazione per questa “culinaria invasione” in Oriente di un prodotto che può diventare l’ennesimo orgoglio gastronomico italiano nel mondo.
“Coniuga – chiosa lo chef Giandomenico Caprioli – autentici principi di sostenibilità e resilienza nei fatti, cioè a tavola, e non sulla carta”.