Tra ricordi, modi di dire e Walt Disney
Lunghi periodi d’estate, da bambino, li trascorrevo presso la famiglia di mia mamma, a ridosso delle colline di Asolo.
Erano contadini e gli animali da cortile facevano parte del mio quotidiano.
Ricordo con infinita tenerezza gli anatroccoli ricoperti di lanugine gialla che si avventuravano sull’acqua del vicino stagno al seguito di mamma anatra, o papera.
Poi, divenuti adulti, il loro destino era naturalmente e purtroppo intuibile.
C’erano pure le oche che era uso portare al pascolo nei prati circostanti.
Non erano rari i casi di incontri più o meno occasionali tra la pastorella e qualche ammiratore per cui si potrebbe pensare, parafrasando Dante su Paolo e Francesca, che “galeotta fu l’oca”.
Poi, per le festività, il destino di quest’ultima era analogo a quello dell’anatra.
È curioso che la nostra lingua italiana, così ricca e variegata, sembri proprio non avere un nome specifico per il maschio di oca e anatra limitandosi solo ad aggiungere per l’appunto la parola “maschio”.
Nel caso dell’anatra vi è il compromesso di “papero”.
Ma non mi soffermo oltre non ritenendolo rilevante.
Oca ed anatra sono uccelli cosiddetti palmipedi a ragione della conformazione delle zampe e sono denominati anche anatidi in quanto nuotano e possiamo a grandi linee suddividerli tra selvatici e domestici, in questo caso inclusi tra il pollame da cortile.
Il grande Walt Disney ha reso famose le anatre con la famiglia allargata di Paperino, Paperina, zio Paperone, nonna Papera, il cugino Gastone aggiungendovi anche un’oca, il cugino Ciccio.
Mi capita qualche volta all’edicola di sentire da una persona matura richiedere una copia di “Paperino” e ciò mi dà una certa emozione e mi conferma che per certe passioni non c’è età.
Alcuni modi di dire di uso corrente prendono spunto da questi pennuti ed ecco “camminare come un papera – oppure – comportarsi da oca – o anche – oca giuliva ad indicare caratteristiche o atteggiamenti solitamente riferiti a rappresentanti del genere femminile.
Mi limito a riportare, mi spiace e mi scuso.
Un detto cinese, per indicare discorsi privi di considerazione, recita “parole che scivolano come l’acqua sulle piume dell’anatra”.
Non va comunque dimenticato il ruolo di oca e anatra in cucina e valgano due esempi: l’anatra all’arancio e l’oca ripiena, due piatti da veri intenditori.
E nella stagione fredda cosa di meglio di un giaccone imbottito, di piuma d’oca naturalmente.