In francese si chiama “gavage” il terribile metodo con il quale le oche vengono alimentate forzatamente, per far sì che il loro fegato si ammali di steatosi e diventi così il fois gras: uno dei prodotti alimentari più famosi della cucina tradizionale francese.
Ora, tralasciando ogni considerazione etica sull’orrore di questo metodo, viene da chiedersi come sia possibile pensare che un organo malato di un animale possa essere un buon cibo per gli esseri umani… Ma ci sono buone notizie.
Già da molti anni l’alimentazione forzata delle oche è vietata in Italia e in gran parte dei Paesi europei.
In più, anche in Francia molti chef rinomati hanno iniziato a proporre ottimi paté realizzati senza fegato d’oca.
E quindi mi piace pensare – forse con un po’ di ingenuità – che in un imminente futuro tutte le oche del mondo potranno tornare a scorrazzare goffe e giulive sulle aie e sui prati.
A quelle oche giulive, contente di vivere in piena libertà, si ispira il mio paté, fatto solo di ingredienti vegetali, tra cui le arachidi e le noci, che sono ricche di grassi buoni e di preziosi minerali.
Ingredienti: 80 g di noci; 180 g di Tempeh di arachidi; 60 g di olio di cocco deodorato; 30 g di miso di riso; 200 ml di panna di soia da cucina; 20 ml di cognac; 3 g di agar agar in polvere; 2 g di noce moscata; un pizzico di chiodi di garofano in polvere; sale e pepe q.b.
Versare in un MyCook le noci e tritarle fino a ridurle in un composto quasi cremoso.
Aggiungere il Tempeh di arachidi ridotto in pezzetti, l’olio di cocco, il miso di riso, le polveri di noce moscata di chiodi di garofano, il sale e il pepe.
Frullare il tutto fino ad ottenere un composto perfettamente liscio.
In una pentola, portare a bollore la panna di soia, il cognac e l’agar agar e lasciare sobbollire per tre minuti.
Unire la panna al composto di noci e Tempeh d’arachidi e frullare fino ad ottenere un composto liscio ed omogeneo.
Trasferire il composto in un vasetto di vetro e lasciarlo raffreddare in frigorifero per un paio d’ore prima di servirlo su crostini, oppure, in chiave più autunnale, in accompagnamento con funghi e patate arrosto.