A Treviso si mangia partenopeo
Tutto cominciò con mammà Carolina ai fornelli. Un menu praticamente fisso alla domenica, in famiglia. Nella Napoli dei sapori tradizionali, intensi, marcati, irrinunciabili, irripetibili. Matteo Alfieri è nato cuoco, grazie alle lezioni familiari, ma ha cominciato a studiare fino a diplomarsi all’Istituto Alberghiero di Vico Equense sempre da quelle parti che sanno di storia antica. Poi, dopo alcune esperienze nei locali della costiera, è arrivato nel Nordest del diffuso mangiare di riconoscibile origine veneziana e dei famosi vini con le bollicine. Non ha certo dimenticato la cucina di casa, anzi il suo primo menu è sempre quello di mammà Carolina (crocché di patate su fonduta di provolone del Monaco, arancino napoletano con crema allo zafferano, pasta mista con patate e provola di bufala, polpette di manzo al sugo con antico pomodoro di Napoli “Miracolo di San Gennaro”, pastiera napoletana). Insomma, si è portato da casa una montagna di sapori da condividere. Il suo bistrot (AL.MA.) è nel cuore di Treviso, a due passi dal municipio e dalle piazze principali. Un locale non grande ma distribuito bene negli interni e in uno spazio all’aperto con un arredamento moderno e funzionale.
Qui Matteo ha il suo regno gastronomico tutto partenopeo, vini campani e distillati compresi e tanta voglia di distinguersi perché la sua cucina promette specialità tipiche ormai introvabili come le alici ripiene con mozzarella, l’immancabile pomodoro del Piennolo rosso dop (pomodorini della tradizione campana conservati a grappoli), le polpette di baccalà su composta di Palacelle (classico peperone corto dal sapore dolce e dalle mille utilizzazioni in cucina), gli spaghetti trafilati in oro e affumicati con vongole e pomodoro giallo vesuviano, incantano al profumo l’insieme di gamberi, calamari e polpi cotti in acqua di mare e le immancabili verdure di stagione, e per finire una deliziosa crema di ricotta di bufala, pere caramellate e biscotto al cacao. Le birre sono ovviamente quelle artigianali di Sorrento, il caffè è quello immancabile con la Cuccumella tanto cara a Totò, i distillati tutte produzioni locali anche di riconoscibile matrice familiare, come elaborazione di frutta (pere, albicocche, arance, limoni…). E questo è il menu partenopeo che ci concede anche una serie di gustose pizze fritte, mentre, nella stagione fredda Matteo, assicura omaggio al Nord, salsicce e calamari ripieni e qualche sorpresa …