Dopo anni di dominio incontrastato di catene come KFC, McDonald’s e Burger King, da un paio di anni a questa parte, in Cina si sono iniziati a vedere i primi ristoranti che si focalizzano sul servire burger di qualità. Questa tendenza, partita in punta di piedi, e ormai affermata a Shanghai ed in fase di consolidamento in altre grosse città di prima fascia come Pechino e Shenzhen, trova tuttavia difficoltà ad inserirsi nelle città di seconda e terza fascia, dove le catene rappresentano ancora l’unico attore del mercato. È KFC a dominare le classifiche con ben 5.500 ristoranti in oltre 1.000 città, seguito da McDonald’s con 2.700 location la cui somma dei fatturati rappresenta 20% del fatturato mondiale dell’azienda. Come se ciò non bastasse l’ambiziosa catena cinese Dico’s può già contare su una rete di oltre 2000 ristoranti. Risale ad ormai più di 20 anni fa l’apertura del primo ristorante di Kentucky Fried Chicken a Pechino, evento a partire dal quale il business delle catene in Cina è esploso. Per tutti questi anni la crescita del mercato non si è mai fermata e sebbene gli ultimi dati rilevati non lo dimostrino (la catena di Louisville sta continuando ad aprire una media di 0,39 ristoranti all’anno per città, mentre il numero di ristoranti per città aperti dalla rivale di San Bernardino è di 0,20), sembra possa esserci un rallentamento, almeno per quanto riguarda le città di prima fascia. Questo rallentamento è dovuto all’apertura di numerose “Burger Venues” che, come già accaduto in altri Paesi del mondo, hanno iniziato a proporre una selezione di carne di qualità ed abbinamenti più ricercati. La vicinanza di Paesi come il Giappone e l’Australia rende semplice l’approvvigionamento di carne di alta qualità ed il periodo di grande fermento della scuola di cucina cinese favorisce l’uso di ingredienti “nuovi” e accostamenti bilanciati tra gusto orientale e gusto occidentale. Alcuni di questi ristoranti, visto il successo riscosso, hanno già iniziato ad aprire diversi punti vendita. Altro dato significativo è l’ingresso di un nuovo attore sul mercato: la famosa catena americana Shake Shack è sbarcata in Cina aprendo il primo ristorante in una delle location più ambite di tutta Shanghai, posizionandosi come catena di livello “premium”, concetto fino ad ora sconosciuto nel mercato cinese. La mossa è stata vincente, tanto cheper i primi tre mesi l’unico modo per godersi uno Shake ed un Burger nel weekend era accodarsi ad una lunga fila che si prolungava spesso oltre le due ore. Il messaggio lanciato ai concorrenti è chiaro quanto il piano di espansione che prevede come prima cosa l’assalto alle città di Shanghai e Pechino, con l’apertura di circa 50 punti vendita nel 2020. Una cosa è chiara: il popolo cinese ha iniziato a vedere l’hamburger non più come pasto economico e veloce, ma come una pietanza che può essere più elaborata e gustosa.

Marco Pastore