Non conosco la percentuale di persone che possiedono il cellulare. Sicuramente alta, visto che tanti miei conoscenti ne hanno più di uno. Vedendo poi la pubblicità che fanno le aziende produttrici dell’Hardware e del servizio telefonico da molti anni, dev’essere anche un buon business. Ovviamente anch’io ne sono provvisto. Anzi, mi posso fregiare di uno dei primi acquisti. Ricordo, alla fine degli anni ottanta, una promozione tramite l’Associazione Artigiani (di cui al tempo facevo parte), alla bella cifra di allora di 6.450.000 lire! Ancora in banda 450. Era così grosso e ingombrante che era installato “fisso” in auto. Oggi però, dopo tanti anni, non ne sono succube. E pur riconoscendo la funzionalità e la grande utilità di questo oggetto mi riesce difficile accettare l’uso improprio che se ne fa. Se esci a fare due passi incontri persone col cellulare all’orecchio, in qualunque ambiente e luogo nonostante siano esposti divieti, si è sempre disturbati dalle suonerie, le più strampalate, alle quali si risponde noncuranti del fastidio procurato a chi ci sta intorno. E, a dispetto della privacy e del bon ton, il cellulare viene usato dalla maggior parte delle persone in qualsiasi luogo, in ogni momento della giornata e in qualsiasi situazione. Personalmente mi disturba che un cliente o un fornitore entrando nel mio ufficio e nel mezzo della conversazione sia interrotto dallo squillo del cellulare e, uscendo per rispondere, mi lasci noncurante, ad aspettare. D’accordo, ci sono circostanze particolari per le quali ci dobbiamo tenere presenti, ma la maggior parte degli squilli non sono né pertinenti né urgenti. Un giorno un vecchio amico e collega di lavoro mi chiese il numero di cellulare e, spiegandogli che non glielo avrei dato, si è quasi offeso. Il biglietto da visita certo, ma il cellulare per come lo intendeva lui non ce l’ho. E per lavoro? Ho un ufficio commerciale che risponde in modo adeguato a tutte le richieste e anche a tutti i casini che combino io. Non occorre che io venga continuamente interpellato. Perdo opportunità? Forse. Sono fuori tempo? Probabilmente. Però mi viene in mente un aneddoto che mi ha raccontato un simpatico imprenditore: trovandosi un giorno in auto con il proprio direttore commerciale ed essendo questi continuamente disturbato dagli impiegati per avere urgenti risposte su come agire in un determinato caso o per rispondere al tal cliente, ecc, fece fermare l’auto, chiese al suo direttore commerciale (che era entusiasta di far vedere come gestiva al telefono ogni situazione) di scendere dicendogli: “Lei è arrivato al capolinea, si ritenga licenziato!” Alla sorpresa dell’interlocutore riprese: “Se i suoi collaboratori hanno continuamente bisogno di sue decisioni è chiaro che l’azienda può stare senza di loro o di lei”. Così ho deciso. Il cellulare? Oggi non si può vivere senza, ma deve essere una comodità, non una continua fonte di inopportune interruzioni. Grazie a Dio negli aerei hanno inventato che interferisce con gli strumenti di bordo!

Nereo Marzaro