L’ingrediente n° 1 nella miscelazione

Il cocktail deve probabilmente al limone e alla sua famiglia gran parte del successo che l’arte di miscelare ha da duecento anni e non accenna a diminuire. In tutti i paesi che toccano il mar dei Caraibi gli abitanti si tramandano una ricetta popolare: una parte di aspro, due di dolce e tre di forte, per bevande più leggere aggiungere quattro di debole. L’aspro che sta per succo di lime o limone è alla base delle costruzioni di gran parte dei drink sudamericani, figli del più famoso whiskey sour che si suppone nato alla fine del 1800 presso New Orleans. Esso è composto da 4,5 cl (3 parti) “Bourbon whiskey, 3,0 cl (2 parti) succo di limone fresco, 1,5 cl (1 parte) sciroppo di zucchero. Questo modo di comporre drink ha generato una grande famiglia “i sours” che racchiude decine di drink molti famosi: il daiquiri (basta sostituire il rum al bourbon whiskey), il gin fizz (gin succo di limone zucchero e soda), il mojito (rum zucchero lime e soda con profumo di menta), il white lady (gin cointreau e succo di limone), il margarita (tequila cointreau e succo di limone) la caipirina (lime, cachaca zucchero). Questi sono alcuni fra i più famosi cocktail al mondo, i quali senza l’esistenza del limone e del suo inconfondibile profumo non avrebbero avuto gli affezionati consumatori che hanno. Nella costruzione di un drink il succo di limone recita un ruolo indispensabile perché è su di esso che si riesce a costruire una sensazione gustativa chiamata ricetta. L’acidità, come per il vino, è una base importantissima per poter trasportare e supportare profumi e aromi. Nella costruzione dei long drink o dei punch cold, usando qualsiasi frutta con aggiunta di qualsiasi tipo di distillato e/o liquori non dimenticate mai il succo di limone. Jerry Thomas, padre dei bartender, nel suo libro del 1862 scriveva: per preparare alla perfezione qualunque tipo di punch, la deliziosa essenza di limone deve essere sempre estratta sfregandoci sopra una zolletta di zucchero; come il twist di limone (la strizzata della buccia in sospensione) nel martini cocktail. La buccia inoltre viene molto utilizzata in liquoreria: dal più conosciuto limoncello, essa è presente nelle ricette dei vermouth, come buccia essiccata nei botanicals del gin, nel 90% delle ricette degli amari e degli elisir oggi presenti nel mercato mondiale. E chi, fra i barman maturi non ricorda ‘il canarino’ (acqua calda e una buona buccia di limone) utilizzato il secolo scorso come digestivo e medicamento per i mal di stomaco. L’ammiraglio Edward “Old Grog” Vernon, chiamato così per il cappotto di grogram che indossava, dovette allungare l’acqua che marciva a bordo dei galeoni con del rum. Successivamente scoprì che dosi giornaliere di vitamina C prevenivano lo scorbuto e il succo di limone o di lime venne aggiunto alla ricetta, ancora oggi preparata, il grog: (rum succo di limone zucchero acqua). Sweet & sour, premix, che da sempre i barman esperti si preparano per organizzare al meglio il lavoro da svolgere è un preparato di succo di limone o lime, bianco d’uovo (per ottenere la schiumetta in superficie al drink) e zucchero. Ma attenzione a tutti coloro che credono che per fare una ricetta basti contare: con il limone non si scherza e le acidità cambiano, perciò è indispensabile gestire l’acidità. Dimenticavo! Il limone è presente anche nel modaiolo cosmopolitan: 4.0 cl. Vodka al limone; 1.5 cl di triple sec; 1.5 cl di succo di lime; 3.0 cl di succo di mirtilli rosso (cranberry); ghiaccio.

E, infine, la ricetta del limoncello:

Un litro di alcol puro, 8 limoni maturi, un paio di foglie di limone, 900 grammi di zucchero, un litro e mezzo di acqua. Sbucciare i limoni senza arrivare alla parte bianca, mettere le bucce in un contenitore ermetico insieme all’alcool puro e qualche foglia di limone. Lasciate il tutto a macerare per almeno dieci giorni, scrollando ogni tanto. Sciogliere 500 grammi di zucchero in mezzo litro di acqua calda e aggiungere al composto. Lasciamo macerare per ancora dieci giorni, agitando una volta al giorno, dopodiché si può fi ltrare il tutto ed imbottigliare. Servire a 5°, 6° circa.