Nel quotidiano modo di pensare, associare il concetto di “bar” a quello di “pesce” è tutt’altro che naturale, anzi, spesso risulta anche difficile lo stesso concepire il bere qualcosa che sa di pesce. Cocktail e crostacei si abbinano nello stravisto cocktail di gamberetti, che tuttavia del drink ha veramente poco. Ma è veramente impossibile associare ai noti cocktail una componente ittica? A mio parere no, anzi se si considerano alcune caratteristiche dei crostacei, l’accostamento in una unica ricetta risulta addirittura naturale: a parte l’inevitabile estetica di un gambero e la sua naturale predisposizione a diventare decorazione-finger-food, questo alimento presenta caratteri di dolcezza e morbidezza al palato che possono diventare decisamente caratterizzanti. Partendo dal concetto di variazione, ossia cambiare qualcosa in un processo già noto e consolidato, è possibile costruire una gamma di cocktail decisamente interessante. L’unica attenzione deve essere posta al food-cost, spesso nota dolente nelle gestioni di molti locali, anche rinomati. La proposta: una variante del classico ‘Margarita’. Ma nulla vieta che si possano pensare dei Vodkatini di scampi o all’astice (se si lavora con prodotti ‘premium’ perchè no?) o, passando al molecolare, delle spume alcoliche di gamberi. Attrezzatura necessaria extra? Piastra ad induzione.

Shrimps Margarita
Ingredienti: 1 1⁄4 oz | 3,5 cl Tequila Reposado 100% Agave; 1⁄2 oz | 1,5 cl Triple Sec; 1 gamberone; 1⁄2 lime Saltare il gambero con un filo di olio, facendo attenzione a non romperlo. Spremere il lime prima di fine cottura Separare la testa del gamberone dalla coda. Nel tin versare il liquido di cottura e la testa e il triple sec. Pestare con il muddler. Aggiungere la tequila e il ghiaccio. Shakerare. Versare in coppa margarita filtrando con il colino conico. Decorare con la coda del gambero e una fetta di lime.

Giacomo Righi